La falce
Egloga orientale in un atto
Libretto di Arrigo Boito
Musica di Alfredo Catalani
Prima rappresentazione: 19 luglio 1875, Auditorium del Conservatorio, Milano.
Personaggi
Zohra, soprano
Un falciatore, tenore
Una carovana
Vicinanza del campo di Bedr, anno II° dell’Egira.
Libretto – La falce
PROLOGO SINFONICO
(Il mattino – La sveglia – La carovana degli idolatri in marcia. Invocazione ed inno dei Maomettani. I Maomettani attaccandola carovana degli idolatri – Inno guerriero degli idolatri – La pugna si accende – Trombe e scudi percossi, voli di freccia e fragor di lance – Lamenti e imprecazioni di feriti – La battaglia è al suo colmo – I due inni a fronte e poscia confusi. L’inno di Maometto è sopraffatto dall’inno degli idolatri che risuona vittorioso pel campo – Una legione di angeli discende dal cielo e combatte per l’esercito di Maometto. Soffia impetuoso il Simun (vento del deserto) che disperde e seppellisce nella sabbia gli idolatri – Risuona vittorioso l’inno di Maometto – Quiete funebre dopo la battaglia.)
ATTO UNICO
Pianura deserta e sabbiosa; qua e là qualche palma. – Un Alakaf (tumulo d’arena) a sinistra. – Nel fondo l’altipiano di Bedr, più in fondo ancora una linea di mare. – Tracce d’incendio in lontananza. – L’orizzonte è tinto dai caldi e sanguinosi riverberi del tramonto. – All’alzarsi della tela, quiete funebre.
ZOHRA
(vestita come le fanciulle arabe dei primi anni dell’Egira, avanzandosi lentamente)
Tutti son morti!
Li ho sepolti tutti nella lucida sabbia infra le palme;
tre fratelli ed il padre… morti… o pugne!
O lutti!
O insanguinate salme!
(volgendosi verso il fondo a sinistra)
Campo di Bedra, addio!
Santuario pio de’ miei prim’anni addio.
Ed or valle tremenda! Squallido ossario!
Folgore estrema dell’atra mia sorte
(disperatamente)
t’offro il mio capo!
Accorri! O morte non m’obliar quaggiù.
Tutti eran vivi! Tiepida scorrea l’aura del nido sulla mia vita allor.
Già presentiva l’estasi dell’amoroso grido che squote i sogni in cor.
O miei ricordi! O smorte larve d’un dì che fu!
…Accorri, o morte, no ‘obliar quaggiù.
(adagiandosi sul tumulo)
Ecco! Il mio volto languido già ricompongo in pace… Su me distendo il vel.
(con dolce rassegnazione)
Già il corpo mio nel lugubre atteggiamento giace composto per l’avel.
Angiol funebre e forte scendi, mi raccogli tu.
(con desolazione)
AAccorri, o morte, non m’obliar quaggiù!…
(giace immobile sul tumulo)
IL FALCIATORE
(entra in scena dopo la terza invocazione. Zohra lo scorge e si rialza tragicamente. La scena si oscura)
ZOHRA
(risoluta)
Sei tu?… colpisci! T’evocai tre volte …
Ti ravviso alla falce adunca e nera, che s’erge tra le folte parvenze della sera.
Mieti la mesta anima mia!
Che tardi?
Perché muto ed immobile mi guardi?
Tu affranto sei!
Languidamente giace quel braccio tuo…troppo hai mietuto!
IL FALCIATORE
Pace!
ZOHRA
Parli di pace e la tranquilla nota profferisci,
o fatal, su questa terra
dove ancor sembra che l’aure percota l’ampio orror della guerra!!
(come colta da visione)
Ah! Riappar la vision di sangue!! Rugge la pugna!
Fremebonda romba roteando la fromba!
Guizzan le frecce!
Alto fragor rimbomba… cadono i morti al par d’idoli infranti.
Pace! Pace! Riposo, sonno, oblio mi dona, tu che il puoi!
IL FALCIATORE
Sai chi son io?
ZOHRA
Tu se’il genio della morte,
tu sei l’angelo funebre,
il fedele, il truce, il forte, l’invincibile Azrael.
E tu vai di fantasime smorte popolando le eterne tenebre.
Sulle plebi fanatiche ed ebre vai scagliando la falce del ciel.
Il tuo volto è un astro d’ira, bello, altero,
inesorato, stilla sangue e incubi spira circonfuso di terror.
Quest’influsso che a te qui m’attira è un incanto tremendo e beato,
è delirio, voragine, fato!!
E’ spavento, è amor!!
(si getta ai piedi del falciatore)
IL FALCIATORE
(con accento di somma dolcezza)
Amor! Fanciulla ti rialza, e calma l’ansia dell’alma e mi contempla in viso.
ZOHRA
(alzandosi)
Ah! Già col tuo sguardo l’animo mi struggi!
L’estasi io sento già dell’agonia!
Compi l’opra e mi invola; che farei sulla terra orfana e sola
Amo te solo,
e la sognata sorte nel tuo bacio funereo sia compita:
Amore e Morte!!
IL FALCIATORE
(baciandola sulla fronte)
Ah! Taci… Amore e Vita!!
Tu m’hai rapito, o vergine, l’estatico abbandono; io ti baciai!
Ma l’angelo dei sogni tuoi non sono.
Sono un mortale, un mesto dei campi abitator.
Amore e Morte hai chiesto,
io t’offro Vita e Amor!
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