Volo di notte
Opera in un atto
Libretto e musica: Luigi Dallapiccola
Fonti letterarie: Vol de nuit di Antoine de Saint-Exupéry.
Prima rappresentazione: Firenze, Teatro della Pergola, 18 maggio 1940.
Personaggi
- Rivière (baritono)
- Robineau, ispettore (basso)
- Pellerin, pilota (tenore)
- Der Funker, radiotelegrafista (tenore)
- Leroux, vecchio caposquadra (basso)
- Quattro impiegati (2 tenori, baritono, basso)
- Madame Fabien (soprano)
- Voce fuori scena (soprano)
- Operai, maestranze, ecc. (coro misto)
Libretto – Volo di notte
Scena prima
La scena è divisa da una parete in due parti; quella a sinistra dello spettatore, considerevolmente più piccola dell’altra, è lo studio del Signor Rivière: un tavolo, qualche sedia. Una porta e una finestra nella parete di sinistra; una grande carta geografica occupa quasi tutto il resto della parete. Una porta con tenda nella parete divisoria. La parte a destra dello spettatore è un ufficio con tavoli, sedie, una macchina da scrivere. Una porta nella parete destra; presso la porta un grande quadro per segnalazioni elettriche. Un attaccapanni sul quale stanno il mantello e il cappello del Signor Rivière. Tutta la parete di fondo è a vetri. Dall’ufficio, attraverso una grande porta nella vetrata, si passa sul campo di aviazione. La parte riservata all’azione propriamente detta è estremamente limitata: ben visibile deve risultare il campo di aviazione. E, al di là di questo, pure dovrà risultare visibile la città, con le sue luci, man mano che sopraggiunge la notte. È il tardo crepuscolo. Sui tavoli sono accese lampade da ufficio.
Il Signor Rivière è solo nel suo studio. Sta al tavolo esaminando alcuni fogli. Nell’ufficio Quattro Impiegati stanno lavorando. In piedi, davanti al quadro delle segnalazioni elettriche, il Radiotelegrafista. Rivière si alza e si dirige verso la carta geografica. Qui si sofferma a lungo, immobile, a guardare.
Il Radiotelegrafista si avvicina al Terzo Impiegato e gli passa un foglio. Questi, scorso il foglio, si alza, traversa l’ufficio senza far rumore ed entra nello studio di Rivière.
TERZO IMPIEGATO
(quasi sull’attenti, a fianco di Rivière, che ascolta immobile e concentrato)
Il corriere del Cile avverte che scorge i lumi di Buenos Aires.
RIVIÈRE
(movendo appena la testa)
Sta bene.
(Il Terzo Impiegato esce rapidamente senza chiudere la tenda dietro a sé.)
RIVIÈRE
(avanzando di qualche passo verso il proscenio; fra sé)
Tra poco allora arriveranno gli altri due. E questa notte, alle tre, partirà il corriere d’Europa.
(La città, in fondo, va gradatamente illuminandosi).
Poi, le squadre stanche andranno a dormire, cedendo il loro posto a squadre nuove. lo, io solo, Rivière, io solo non avrò riposo. E così sarà sempre. Sempre.
L’arrivo degli aeroplani non sarà per me giammai la vittoria che chiude una guerra ed apre un periodo di pace; per me non è che un passo, uguale a mille altri; un passo verso il futuro.
(Si passa una mano sulla fronte. Torna a guardare la carta geografica)
(Entra silenziosamente il Vecchio Caposquadra Leroux, che tiene in mano un albero di trasmissione (asse) ossidato. Rivière si accorge della presenza di Leroux, ma prima di lasciarlo parlare, si avvicina alla finestrae la apre. Si ode dalla città, lontano, il suono di una orchestrina. Aperta la finestra, Rivière si volge a Leroux con tono interrogativo.)
LEROUX
(mostrando a Rivière l’asse ossidato)
Era incastrato fortemente…
(con un sorriso di soddisfazione)
… ma ci sono riuscito…
RIVIÈRE
(dopo aver esaminato l’asse)
Bisognerà dire ai meccanici di lasciare più gioco a questi pezzi…
(L’orchestrina ha finito di preludiare. Si ode la voce di una Canzonettista)
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