Marion Delorme
Melodramma in quattro atti
Musica di Amilcare Ponchielli
Libretto di Enrico Golisciani (revisione: Antonio Ghislanzoni)
Fonti letterarie: Marion Delorme di Victor Hugo.
Prima rappresentazione: 17 marzo 1885, Teatro alla Scala, Milano. Seconda versione: 9 agosto 1885, Teatro Grande di Brescia.
Personaggi:
MARION Delorme | soprano |
DIDIER | tenore |
Il Marchese di SAVERNY | baritono |
Il signor di LAFFEMAS | basso |
LELIO comico | mezzosoprano |
BRICHANTEAU ufficiale del reggimento d’Angiò | tenore |
Un CAPITANO d’Arcieri | basso |
Un CARCERIERE | basso |
Un BANDITORE | basso |
Cori. Ufficiali. Popolo. Comici. Vassalli del Marchese di Nangis. Comparse. Il Marchese di Nangis. Un Consigliere della camera di giustizia. Un Familiare. Guardie del Marchese di Nangis. Arcieri. Valletti.
Ambientazione: Francia, 1638. Luigi XIII.
Libretto – Marion Delorme
Atto primo
[Preludio]
Scena prima
Camera di Marion Delorme a Blois, semplicemente addobbata.
Nel fondo balcone che si apre su d’un terrazzo. – A sinistra porta d’ingresso. – A destra porta adorna di cortina trapunta. – Seggiole e tavolo sul quale ricca lampada accesa. – La sera è avanzata.
Marion in elegante vestaglia, seduta, ricama. – Il marchese di Saverny, in costume di vagheggino dell’epoca è in piedi presso di lei.
[Scena e duetto]
SAVERNY
E che? Mentre il bel mondo
cerca a Parigi invan le vostre tracce,
d’una provincia in fondo
io vi rinvengo!
MARION
Libera
pur sempre io son!
SAVERNY
Ma liberi non siamo
noi altri che v’amammo… e che v’amiamo,
ed io pe ‘l primo a cui rubaste il core.
MARION
(alzandosi)
Scordate…
SAVERNY
No… rammento.
Per voi che foste del piacer la dèa,
nostra gioia e tormento,
quanti sospiri, e quanti
spergiuri, e gelosie,
suicidi, duelli… frenesie!
(presentandole un elegante volume)
Ed or… mirate – carmi di poeti…
MARION
(leggendo il titolo del volume che tosto rende a Saverny)
«Serto d’amore – A Marion Delorme.»
SAVERNY
(declamando col volume alla mano)
«Sia gloria a Venere
che i dì ne infiora!
Degno è di vivere
sol chi l’adora»…
MARION
Tai sensi…
SAVERNY
(deponendo il volume sul tavolo)
Ah! Tutta, o cara,
la galante città, com’io mi struggo,
si strugge dal desio
di vedervi… adorarvi…
MARION
E quella io fuggo
I colpevoli deliri
di malcauta giovinezza
ampio solco in cor m’impressero
di rimorso e d’amarezza.
Nel solingo mio ricovero,
o d’un chiostro all’ombra austera,
cancellar quel solco infausto
vo’ col pianto e la preghiera.
D’un’insana che ravvedesi
forse il ciel pietade avrà,
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