L’incoronazione di Poppea
Opera in un Prologo e tre Atti
Libretto di Giovanni Francesco Busenello
Musica di Claudio Monteverdi
Prima rappresentazione: 1642, Teatro di San Giovanni e Paolo in Venezia.
PERSONAE
LA FORTUNA
LA VIRTÙ
AMORE
OTTONE, Cavaliero principalissimo
DUE SOLDATI Pretoriani
POPPEA, Dama nobilissima favorita di Nerone,
che da lui viene assunta all’imperio
NERONE, Imperator romano
ARNALTA , Vecchia nutrice e consigliera di Poppea
OTTAVIA, Imperatrice regnante, che viene ripudiata da Nerone
NUTRICE di Ottavia imperatrice
SENECA , Filosofo, maestro di Nerone
VALLETTO, Paggio dell’imperatrice
PALLADE
DRUSILLA, Dama di corte innamorata d’Ottone
MERCURIO
LIBERTO, Capitano della guardia de’ Pretoriani
DAMIGELLA dell’ imperatrice
LUCANO, Poeta familiar di Nerone
LITTORE
VENERE
CORO dei famigliari di Seneca
DUE CONSOLI
DUE TRIBUNI
CORO DI AMORI
Libretto – L’incoronazione di Poppea
ARGOMENTO
Nerone innamorato di Poppea, ch’era moglie di Ottone, lo mandò sotto pretesto d’ambasciaria in Lusitania per godersi la cara diletta, così rappresenta Cornelio Tacito. Ma qui si rappresenta il fatto diverso.Ottone disperato nel vedersi privo di Poppea dà nei delirii, e nelle esclamazioni. Ottavia moglie di Nerone ordina ad Ottone, che sveni Poppea. Ottone promette farlo; ma non bastandogli l’animo di levar la vita all’adorata Poppea, si traveste con l’abito di Drusilla, ch’era innamorata di lui; così travestito entra nel giardino di Poppea. Amore disturba, ed impedisce quella morte. Nerone ripudia Ottavia, nonostante i consigli di Seneca, e prende per moglie Poppea. Seneca more, e Ottavia vien discacciata da Roma.
PROLOGO
Fortuna, Virtù, Amore
La Fortuna, la Virtù, ed Amor nell’aria contrastano di superiorità, e ne riceve la preminenza, Amore.
Sinfonia
FORTUNA
Deh, nasconditi, o Virtù,
Già caduta in povertà,
Non creduta deità,
Nume ch’è senza tempio,
Diva senza devoti, e senza altari,
Dissipata,
Disusata,
Abborrita,
Mal gradita,
Ed in mio paragon sempre avvilita.
Già regina, hor plebea, che per comprarti
Gl’ alimenti e le vesti
I privilegi e i titoli vendesti.
Ogni tuo professore,
Se da me sta diviso
Sembra un foco dipinto
Che né scalda, né splende,
Resta un calor sepolto
In penuria di luce.
Chi professa virtù non speri mai
Di posseder richezza, o gloria alcuna,
Se protetto non è dalla Fortuna!
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