Ifigenia in Aulide

Dramma per musica.

Libretto di Ferdinando Moretti.
Musica di Luigi Cherubini.

Prima esecuzione: 12 gennaio 1788, Torino, Teatro Regio.

Personaggi:

AGAMENNONE re d’Argo, duce supremo dell’armata greca, padre di tenore
IFIGENIA soprano
ACHILLE principe reale di Tessaglia promesso sposo d’Ifigenia contralto
ULISSE re d’Itaca, uno de’ principi confederati mezzosoprano
ERIFILE principessa di Lesbo, prigioniera d’Achille soprano
ARCADE confidente di Agamennone soprano
CALCANTE sommo sacerdote basso

Re, Principi greci, Soldati greci, Sacerdoti, Soldati d’Achille, Schiavi, Donzelle, Guardie d’Agamennone, Pagesse.

La scena è in Aulide.

Argomento
Paride figlio di Priamo re di Troia, trovandosi ospite appresso Menelao re di Sparta, rapì la famosa Elena consorte di questo, e la condusse nella sua patria. Malgrado le istanze fatte da Menelao, e dagli altri re della Grecia, negò Priamo di restituire la rapita principessa; per lo che confederatisi tutti i principi greci, unirono una possente armata per vendicare la comune ingiuria, creandone duce supremo Agamennone re d’Argo, e fratello di Menelao. Riunissi l’armata in Aulide per navigare verso Troia, ma i venti ostinatamente contrari impedirono d’eseguire l’intrapreso viaggio, così che disperando i greci di più giungere a Troia, e credendo dichiarati gli dèi a favore di Priamo, erano sul punto d’abbandonare l’impresa, quando un fatale oracolo dichiarò, che avrebbero avuti propizi i venti, qualora sacrificassero Ifigenia. Era questa figlia d’Agamennone, e promessa sposa d’Achille principe reale di Tessaglia.
Molti sono i drammatici componimenti tessuti su questo argomento, incominciando da Euripide, che l’ha trattato, infino a’ giorni nostri. Ma essendo il soggetto per sé medesimo uno de’ più interessanti, che possa esporsi sulla scena, non è meraviglia se tanti si sono invogliati di impiegarvi la penna. In modo diverso dagli altri si è cercato in questo componimento di condurre l’azione, togliendone però lo scioglimento dalla nota tragedia di Racine, che copiò egli stesso i suoi più bei pezzi da Euripide, e da Omero.

Libretto – Ifigenia in Aulide

Atto primo

Scena prima
Recinto di palme, e cipressi, con tempio in mezzo consacrato a Diana, le cui porte sono chiuse.
Agamennone, ed Ulisse accompagnati da’ Principi greci confederati, con seguito di Duci, e primi Uffiziali dell’armata, e di numerose schiere di Soldati, da entrambi i lati ordinatamente disposti.

AGAMENNONE
Non temete, o compagni; alle bell’opre
non è fortuna avversa sempre, e invano
impunita suppon sul teucro lido
la tradita amistà l’ospite infido.
Fin’or contrario il vento
s’oppose a’ nostri voti, e fu sospesa,
così piacque agli dèi, la giusta impresa,
ma cederà lo sdegno lor Calcante,
dell’are al piede, a pro d’un popol tutto
l’oracolo ne implora. Il lor volere
forse noto ci fia senza alcun velo.
Dell’innocenza è protettore il cielo.

ULISSE
Delle adunate schiere,
l’impaziente valor con pena attende
che si sciolga dal lido. Un lungo indugio
intiepidir le può, né mai com’ora
fu opportuno l’istante. Oggi ritorna
cinto d’allori il prode
tessalo prence. Ah nel troiano suolo
se giungerem, della sua spada al lampo
Ettor vedrassi impallidire in campo.

AGAMENNONE
A lui promisi il sai,
d’Ifigenia la man, quando espugnate
fosser a Ilio le mura. Or vo’, che all’opra
la mercede preceda. A queste sponde
Arcade per mio cenno,
d’Argo guida la figlia, e al prence sposa,
quando giunga, sarà. Gli fia più caro
l’inaspettato dono. A me di sangue,
co’ legami congiunto, ei più ragione
avrà di vendicar col suo coraggio
della Grecia l’onore, e il nostro oltraggio.

ULISSE
A vendicarlo incominciò. Di Lesbo
per opra sua cadder le mura, e ultrice
fiamma in cener ridusse
la nemica città. Quando…

AGAMENNONE
T’accheta.
S’aprono le porte del tempio, scoprendosene l’interno spazioso recinto. In mezzo di questo, vedesi il simulacro della deità colle vittime svenate innanzi al medesimo, che stanno in atto consumandosi. Vicino all’ara vi è Calcante co’ Sacerdoti, che lentamente s’avanzano, e vengono fuori dal tempio.

AGAMENNONE
Il tempio s’apre: vien Calcante. Ei noto
de’ numi, ci farà l’ordin supremo.

ULISSE
(Sereno in volto non mi sembra, io tremo.)

Scena seconda
Calcante con un foglio in mano, séguito di Sacerdoti, e detti.

AGAMENNONE
(a Calcante)
Del voler degli dèi,
tu interprete fedel, che rechi? Al fine
l’oracolo parlò?

CALCANTE
Mio re, pur troppo.

AGAMENNONE
Quali i sensi ne son? C’è avverso ancora,
o fia che i nostri voti omai secondi?

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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