L’elisir d’amore
Melodramma giocoso.
Libretto di Felice Romani.
Musica di Gaetano Donizetti.
Prima esecuzione: 12 maggio 1832, Milano, Teatro alla Cannobbiana.
Video dell’opera
Personaggi:
ADINA ricca e capricciosa fittaiuola | soprano |
NEMORINO coltivatore, giovine semplice, innamorato di Adina | tenore |
BELCORE sergente di guarnigione nel villaggio | baritono |
Il dottore DULCAMARA medico ambulante | basso |
GIANNETTA villanella | soprano |
Cori e comparse: Villani e Villanelle, Soldati e Suonatori del reggimento,
un Notaro, due Servitori, un Moro.
L’azione è in un villaggio, nel paese de’ Baschi.
Avvertimento
Il soggetto è imitato dal «Filtro» di Scribe. Gli è uno scherzo; e come tale è presentato ai cortesi lettori.
Felice Romani
Libretto – L’elisir d’amore
Atto primo
Scena prima
Il teatro rappresenta l’ingresso d’una fattoria.
Campagna in fondo ove scorre un ruscello, sulla cui riva alcune Lavandaie preparano il bucato. In mezzo un grande albero, sotto il quale riposano Giannetta, i Mietitori e le Mietitrici.
Adina siede in disparte leggendo. Nemorino l’osserva da lontano.
[N. 1 – Preludio e Coro d’introduzione]
GIANNETTA E CORO
Bel conforto al mietitore,
quando il sol più ferve e bolle,
sotto un faggio, appiè di un colle
riposarsi e respirar!
Del meriggio il vivo ardore
tempran l’ombre e il rio corrente;
ma d’amor la vampa ardente
ombra o rio non può temprar.
Fortunato il mietitore
che da lui si può guardar!
Cavatina Nemorino
NEMORINO
(osservando Adina, che legge)
Quanto è bella, quanto è cara!
Più la vedo, e più mi piace…
ma in quel cor non son capace
lieve affetto ad inspirar.
Essa legge, studia, impara…
non vi ha cosa ad essa ignota…
Io son sempre un idïota,
io non so che sospirar.
Chi la mente mi rischiara?
Chi m’insegna a farmi amar?
Cavatina Adina
ADINA
(ridendo)
Benedette queste carte!
È bizzarra l’avventura.
GIANNETTA
Di che ridi? Fanne a parte
di tua lepida lettura.
ADINA
È la storia di Tristano,
è una cronaca d’amor.
CORO
Leggi, leggi.
NEMORINO
(A lei pian piano
vo’ accostarmi, entrar fra lor.)
ADINA
(legge)
«Della crudele Isotta
il bel Tristano ardea,
né fil di speme avea
di possederla un dì.
Quando si trasse al piede
di saggio incantatore,
che in un vasel gli diede
certo elisir d’amore,
per cui la bella Isotta
da lui più non fuggì.»
TUTTI
Elisir di sì perfetta,
di sì rara qualità,
ne sapessi la ricetta,
conoscessi chi ti fa!
ADINA
«Appena ei bebbe un sorso
del magico vasello,
che tosto il cor rubello
d’Isotta intenerì.
Cambiata in un istante
quella beltà crudele
fu di Tristano amante,
visse a Tristan fedele;
e quel primiero sorso
per sempre ei benedì.»
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