Elfrida
Tragedia per musica.
Libretto di Ranieri De’ Calzabigi.
Musica di Giovanni Paisiello.
Prima esecuzione: 4 novembre 1792, Napoli, Teatro San Carlo.
Personaggi
EGGARDO re in Inghilterra | tenore |
ORGANDO conte di Devon | basso |
ELFRIDA sua figlia, e moglie di | soprano |
ADELVOLTO favorito del re | soprano |
EVELINA confidente d’Elfrida | contralto |
OSMONDO confidente d’Orgando | soprano |
SIVENO ufficiale del re | tenore |
Cortigiani, Cacciatori, Guardie, e Servi del re, e di Adelvolto.
La scena è un nobile antico castello d’Atelvolto, e boscaglie, che lo circondano.
Libretto – Elfrida
R. M.
Signore, consacro questa nova opera che sul regio teatro presento in questo fausto, solenne giorno a voi, mio re Ferdinando. Pronunziai il nome vostro glorioso, immortale, e ho così dette tutte le vostre virtù, le quali han reso questo vostro nome l’equivalente di quello d’ottimo principe. Migliore di voi, signore, non rammenta la storia. Accogliete con clemenza, o buon re, degno d’eterna fama, gli umili sensi dell’animo mio, ed il profondo rispetto col quale sono
della s. r. m. v.
umilissimo ossequientissimo servitore e vassallo
Giuseppe Coletta Impresa
Napoli, 4 novembre 1792
Argomento
Nel decimo secolo, e nel tempo dell’eptarchia, regnò un Edgaro in Inghilterra. Suo favorito amico, e ministro fu un conte Atelvolto. Tanto si parlò, e con tanta lode al giovane re della straordinaria bellezza di Elfrida figlia di Orgando conte di Devonia, che inviò Atelvolto alla di lui residenza, con segreta commissione di veder la donzella, e qualora alla fama corrispondesse la sua beltà, di chiederla al padre per sua moglie, e regina. Invaghitosi al primo incontro Atelvolto di Elfrida, dissimulò l’incombenza del re, e per sua sposa la chiese al padre, e l’ottenne. Sposata che l’ebbe, per coprire l’inganno, con pretesto di gelosia, la chiuse in un suo solitario, ma sontuoso castello, ed a tutti, e fino al padre di lei, ne proibì l’accesso; e tornato al re gli riferì maliziosamente, non essere Elfrida, né bella, come si pubblicava, né degna delle sue nozze. Insospettito, e sdegnato intanto Orgando di sì strana proibizione, si portò sconosciuto al castello di Atelvolto, ove era la figlia, per scoprirne il motivo. Edgaro al tempo stesso scorrendo il suo regno per divertirsi alla caccia, venne a caso nelle vicinanze del castello, e sapendo che vi era Atelvolto, volle onorarlo d’una visita. Così per diversi incidenti fu scoperto il tradimento del favorito. Formano questi, o veri o verisimili, l’intreccio del dramma. La catastrofe è tragica nella storia, uccidendo Edgaro in duello Atelvolto, e sposando Elfrida. Si è cambiata per appropriarla alle nostre scene, e addolciti si sono alquanto i nomi dei personaggi.
Atto primo
Scena prima
Davanti alla porta principale del castello, prato grande, e ameno. Vi si arriva per lunghi viali tagliati nelle selve, che lo circondano. L’entrature de’ viali sono abbellite di rozze guglie, e di trofei militari.
Elfrida, ed Evelina.
ELFRIDA
Come al corso il sole è lento,
e prolunga il mio tormento
col ritardo del mio ben!
Ah! ritorna, amato sposo,
e consola il sospettoso
desiderio, ch’ho nel sen.
Sì, fedele Evelina, è questo il giorno,
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