Giustino
Dramma musicale in tre atti
Musica: Georg Friedrich Händel
Testo: autore ignoto
Fonti letterarie: Nicolò Beregani e Pietro Pariati
Prima rappresentazione: Londra, Covent Garden, 16 febbraio 1737
Ruoli:
- Giustino (castrato o contralto)
- Arianna, (soprano)
- Leocasta (contralto)
- Amanzio (contralto)
- Anastasio (contralto)
- Vitaliano (tenore)
- Polidarte (basso)
- La fortuna (soprano)
Libretto – Giustino
ATTO PRIMO
Scena prima
Sala maestosa apparecchiata per la Coronazione di Anastasio, ed Arianna assisi sopra Trono imperiale.
Corteggio di Cavalieri, e Dame. Guardie, e Popolo. Coro d’Instrumenti sopra la Scena, e poi Amanzio.
ARIANNA
Tema il nemico, e ‘l nostro Imper sol goda
Or che di sacro allor cinge le chiome
Al suo Cesare, e mio la Nuova Roma.
(Mentre Arianna incorona con Lauro imperiale Anastasio, si canta il Coro.)
CORO.
Viva Augusto eterno impero
Goda il mondo un secol d’oro;
Ne mai splenda astro severo.
Viva, ecc.
(Viene Amanzio.)
AMANZIO
Ah! mio Sovrano Augusto; il grande impero
Mentre vacilla, e sin Bisanzio teme
Di Vitaliano i Ceppi,
Tu qui tra molli amori
Vuoi cangiar in Cipressi i sacri allori?
ANASTASIO
Corriamo all’armi . . .
(Vuol levasi ma Arianna lo trattiene.)
AMANZIO
Il barbaro nemico
Un messagger t’invia.
ANASTASIO
Venga, ed esponga.
Scena seconda
Polidarte con seguito, e detti.
POLIDARTE
Vitaliano, il di cui Nome vola
D’Alcide oltre le mete
A tè, l’armi deposte, offre la Pace,
Se la bella Arianna
Al suo letto real ceder ti piace.
ARIANNA
Oh iniquo!
ANASTASIO
Oh scellerato! odi, o Messaggio,
Riedi a quell’empio, e digli
Che un vil Pirata, un sangue oscuro e basso
Non è degno d’Augusta; e che a momenti
Esangue in sull’arena
Mi pagherà del folle ardir la pena.
(Polidarte parte col seguito.)
ARIANNA
Frena il nobile ardir, sposo adorato.
ANASTASIO
Fa’, che d’un caro sguardo io parta armato.
(ARIA)
Un vostro sguardo, o luci arciere,
Di mille, e mille aste guerriere
Più forza avrà.
Da sì bel dardo s’io fui piagato,
Care pupille, qual seno armato
Resisterà.
Un, ecc.
(Parte con Amanzio.)
Scena terza
Arianna sola.
ARIANNA
Arianna, che pensi?
Và il tuo sposo, al cimento, e tu qui resti.
Ah! nò; non temo servitude, o morte
Vuo del Cesare mio correr la sorte.
(ARIA)
Da tuoi begli occhi impara
Labbro vezzoso, volto amoroso,
L’arte di ben ferir questo mio Cor.
Della mia fede, o caro,
Bella prova averei,
Allor che mi vedrai
A punir l’empietà d’un traditor.
Da, ecc.
(Parte.)
Scena quarta
Campagna con Alberi fruttiferi.
Giustino coll’ Aratro.
(SINFONIA ED ARIETTA)
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