Il prodigio dell’innocenza
Dramma per musica in tre atti
Musica di Tomaso Albinoni
Libretto di Fulgenzio Maria Gualazzi
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro Santi Giovanni e Paolo, carnevale 1695
Ruoli:
- Pompilio, Sovrano delle Vestali e padre di Lucrezio, avaro e stimatore di se stesso
- Lucrezio, destinato consorte di Livia, vano e malaccorto
- Prisco, già promesso sposo a Claudia, ora Vestale, amante che fà del Platonico
- Flavio, fratello di Prisco e amante di Livia, sofferente e sollecito
- Claudia, nobilissima Vestale e sorella di Livia, cortese ed onesta
- Livia, donzella innamorata di Flavio, ingegnosa e risoluta
- Metilio, servo di Lucrezio, ardito ed astuto
Libretto – Il prodigio dell’innocenza
ILLUSTRISSIMO
Signor Patron Colendissimo.
Il buon costume del dedicare è ormai divenuto una faccnda di poca stima, e di molto pericolo; e quand’ anche si dedica con la savia discolpa, o della gratitudine, ò dell’impegno, pure si perde assai per il danno del numero. Io nulla dimeno hò ritrovata l’arte d’acquistar molto, ed è l’aver scelto V.S. Illustrissima per Mecenate in tempo, che da voi studìavasi con modestia à rendere la vostra Virtù men conosciuta. Sembra poi che un tal corraggio mi riesca di qualche perdita, però che offendo il vostro genio si moderato; ma però mi torna di molto acquisto, però che in pubblicaqndovi qual siete, vì fò riuscire dal comun plauso de i Letterati. Ho voluto lasciarmi guidare dalla comune per errare con privilegio, e m’è piatcìuto quell’assioma chi non ha ardire, non ha fortuna. Ho ardito cotanto, che sono entrato nell’Archivio di Genova, ed ho letto a caratteri d’oro la vostra nobilissima Dìscendenza, per cui siete posto in riga, de i primi Nobili di quella grande Repubblica. Nato libero, in Patria libera, e quello che più conta, benemerito della Patria. Mi sono inoltrato perfino nei Cesari Gabinetti a leggere i Diplomi augusti di Ridolfo imperadore, da cui fosse distìnto col carattere insigne di Baron libero del S.R.I. Lustro, che renderà cospicua la vostra persona, e con più fregio la vostra famiglia, che pur da voi si rende più nobile dì quello che trovaste, per l’eredità di questa gloria, che voi le comunicate. Anzi ho veduto l’Augusto Leopoldo a confirmare il Privilegio con note di stima cosi riguardevole, che fanno risvegliare venerazione, ed’ invidìa. Titolo fondato solo nel vostro merito; che non sente Cessare il rimorso di beneficate senza il fondamento della Virtù. Sicché posso chiamarmi suddito di voi stesso, Principe de sudditi, e parte d’una chiarissima Repubblica. Vi par poco il mio acquisto, poco il mio ardire? Ma pare se vi è cara la giustizia, lo dovete mirar di buon occhio, mentre in questo voi non vedete altro, che le vostre singolari prerogatine. Siamo in Arringo, Voi con la vostra modestia, io con la verità, e penso di riportarne vittoria, qualor questa cagiona risemimento nella vostra moderazione. Ho però pensato bene di soccorrere al rossore della modestia, lodandovi con avarizia, e ciò, perche la lode moderata leva l’invidia. Sia cosi, purche senza danno del mio fommo rispetto, e con gloria del vostro aggradimento se ricevendo l’Opera, riceverete altresì in qualità di
Umilissimo ed obbligatissimo Servo
L’Autore.
ARGOMENTO
Mi persuado à tutti ben nota la famosissima Istoria della Vestale, che in prova della sua Verginità fu privilegiata dal Cielo col Prodigio di fermar l’acqua in un Cribro forato. Niuno però del istorici racconta il perche fosse creduta colpevole. Qui non senza istorico fondamento se ne adduce una causa, intrecciata con verisimile favoloso, pur anche tratto da quel Auttore, da cui saggiamente han preso lume i più periti dell’Epica, e della Dramatica Poesia. Per miglior suono della musica si dà il nome di Claudia alla Vestale, e per maggiore intelligenza si accennano le preferiti
NOTIZIE
Nel primo giorno di Marzo si rinovava il fuoco eterno portato in Roma da Enea.
Da questo si prendeano gli auguri per la stabilità dell’Impero Romano.
Era custodito da una Vestale cavata à sorte per vegliarvi di Notte.
Estinto il medesimo, tosto cessavano le pubbliche, e private facende.
Toltone il loro Pontefice non poteva entrar nel Tempio alcun Uomo, e trovato che fosse di notte con la Vertale; questa era condannata ad essear sepolta viva, e quello ad esser battuto fino a morte.
La Vestale invitava i suoi congiunti, perche fossero presenti all’adempimento della Legge.
Il dominio delle Vestali era distinto, ed il loro Sovrano si chiamava Pontefice Vestale.
Queste uscivano di giorno nei luoghi pubblici di Roma, e praticavano con l’altre nobili Matrone Romane.
Dopo sei lustri potevano, prender Consorte, ma ciò fu sempre con esito infausto.
Tutto questo si ritrova in molti degl’Istorici.
ATTO PRIMO
La Dea Vesta tra fiamme d’oro, e di fuoco e l’Innocenza in Machina.
Vesta
O divina innocenza,
Pura luce adorata,
Gloria immortal dell’Alme, Alma beata.
Eccomi à te, che vuoi? Chiedimi il tuo piacer.
Tu sola, sola puoi
Dar legge al mio voler.
Eccomi, ecc.
Innocenza
Pur che la tua onestà dal Ciel mi senta
Sarai tù giusta, ed io sarò contenta.
Scendi amica
Dea pudica
A le voci del mio cor.
S’oggi un’alma, che t’adora
Mesta implora
La pietà d’un tuo favor.
Scendi ecc.
Per vedere il libretto completo diventa parte di "Opera Libretto Club".
È gratuito, basta che ti registri qui sotto (nel form dopo quello per gli utenti iscritti).
Se sei già iscritto, effettua il log in.
This content is restricted to site members. If you are an existing user, please log in. New users may register below.