Chiara e Serafina
Ossia
Il pirata
Melodramma semiserio in due atti
Libretto di Felice Romani
Musica di Gaetano Donizetti
Fonti letterarie: La Citerne (1809), melodramma in quattro atti di René-Charles Guilbert de Pixerécourt.
Prima rappresentazione: 26 ottobre 1822, Teatro alla Scala, Milano.
Personaggi:
CHIARA, soprano
SERAFINA, mezzosoprano
DON RAMIRO, figlio del podestà di Minorca,
destinato sposo di Serafina, tenore
PICARO, antico servitore di don Fernando, ora pirata, basso
LISETTA, figlia di Sancio e di Agnese , soprano
AGNESE, custode del castello di Belmonte, mezzosoprano
DON MESCHINO, benestante del villaggio di Belmonte,
uomo sciocco e innamorato di Lisetta, manca ruolo vocale
DON FERNANDO, tutore di Serafina,
falso amico di don Alvaro, ricco signore di Minorca, tenore
DON ALVARO, capitano di vascello, reduce dalla schiavitù
d’Algeri, padre di Serafina e Chiara, manca ruolo vocale
GENNARO, manca ruolo vocale
SPALATRO, capi de’ pirati, paesani e paesane
CORI e COMPARSE, pirati o guardie
La scena è nell’isola di Majorica nel vecchio castello di Belmonte,
e nel palazzo di don Fernando.
Libretto – Chiara e Serafina
ATTO PRIMO
Spiaggia di mare coperta di rovine moresche:
sorge a destra un rustico fabbricato donde si scende
per un sentiere che conduce alla marina.
Qua e là vedonsi delle arcate, delle colonne infrante
e degli avanzi di diversi monumenti, nel mezzo
dei quali crescono arboscelli, fiori e piante parasite.
A sinistra vi è un sarcofago antico;
in fondo alcuni scogli sorgono dal mare,
e da un lato più vicino alla spiaggia evvì una rocca dirupata.
É appena giorno.
Scena prima
La riva è coperta di pescatori. Chi reca nasse, chi reti,
chi è intento a varare barchette. Tutto è movimento.
Pescatori, pescatrici, indi Agnese.
DONNE
L’alba in cielo appar già chiara, flutti
e venti in mar son cheti; preparate
son le reti, e le nasse da gettar.
UOMINI
Salpa, salpa, vara, vara…
Che gran pesca abbiam da far!
DONNE
Per le nozze della cara
dell’amabil Serafina
questa placida marina
d’ogni pesce abbonderà.
UOMINI
Salpa, salpa, vara, vara…
La gran pesca che sarà!
AGNESE
Ah! se fosse nel paese
quel buon uom di mio marito,
resterebbe sbalordito
a sì gran solennità.
CORO
Perché mai, comare Agnese?
AGNESE
Vel dirò, ma…
(facendo segno di non parlare)
CORO
Già si sa.
AGNESE
Il mio Sancio mi dicea,
che il tutor di Serafina
cagionato ei solo avea
di suo padre la rovina,
e volea sposar lei stessa
per mangiar l’eredità…
CORO
Ciarle, ciarle: ei l’ha promessa
al figliuol del podestà.
(mentre Agnese vuol continuare,
gridano di dentro Lisetta e don Meschino)
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