Fedora

Dramma

di v. Sardou ridotto in tre atti per la scena lirica da Arturo Colautti
Musica di Umberto Giordano

Fonti letterarie: dal dramma omonimo di Victorien Sardou.

Prima rappresentazione: 17 novembre 1898, Teatro Lirico di Milano.

PERSONE

Principessa FEDORA ROMAZOV (Soprano)
Contessa OLGA SUKAREV (Soprano leggero)
Il conte LORIS IPANOV (Tenore)
DE SIRIEX diplomatico (Baritono)
DIMITRI groom (ragazzo) (Contrallo)
Un piccolo savojardo (Contralto)
DESIRÉ cameriere (Tenore)
Il barone ROUVEL (Tenore)
CIRILLO (Baritono)
BOROV medico (Baritono)
GRECH uffiziale di polizia (Basso)
LOREK chirurgo (Baritono)
NICOLA e
SERGIO, staffieri (Coristi)
MICHELE portinajo (Corista)
BOLESLAO LAZINSKI (Mimo)
Il dottor MÜLLER (Mimo)
MARKA cameriera (Comparsa)
BASILIO domestico (Comparsa)
IVAN agente di Polizia (Comparsa)
Altro Agente (Comparsa)
Signori,
signore,
servi,
staffieri,
coro interno.

Epoca presente. Il primo atto a Pietroburgo; il secondo a Parigi; il terzo in Isvizzera.

Atto Primo
Atto Secondo
Atto Terzo

Libretto – Fedora

ATTO PRIMO
Pietroburgo, d’inverno, in casa del conte Vladimiro Andrejevich, capitano della Guardia.
Salotto ottagonale di vecchio stile moscovita, ma pariginamente arredato. Nel mezzo della parete centrale un uscio chiuso: quello della camera da letto.
Sul sinistro lato del fondo una porticina aperta mette nello spogliatojo visibile in parte, dentro il quale notasi un altr’uscio comunicante con la camera da letto.
Nel lato destro del fondo la comune aperta e rischiarata, che conduce nell’anticamera. A sinistra del proscenio un caminetto a mensola, la quale sorregge una pendola e due candelabri: più indietro l’usciale della galleria.
A destra, sul davanti, ampi finestroni a doppia invetriata, con grevi cortinaggi, attraverso i quali scorgonsi i tetti contrari coperti di neve, riscintillante al chiaror della luna. Più in su, una credenza russa con suvvi il samovar e un servizio da thè.
Sulla scena, a dritta, un tavolino dinanzi a un sofà: a sinistra, una scrivania: nel mezzo, un seggiolone di cuojo. Alle pareti quadri, armi, majoliche: ninnoli, fiori e fotografie qua e là.
Candelabri e caminetto accesi: sulla credenza sta bollendo il samovar.

SCENA I
Desiré, Nicola, Sergio, alcuni staffieri e Dimitri.
(Desiré in marsina e Nicola in livrea, seduti al tavolino, giocano a domino: Sergio e due altri staffieri seguono in piedi la partita. Dimitri, sprofondato nel seggiolone, dorme profondamente.)

DESIRÉ
(giuocando)
Quattro!

NICOLA
(egualmente)
Sei!

DESIRÉ
(c. s.)
Doppio zero!

NICOLA
(gridando)
Vittoria!

DESIRÉ
(alzandosi seccato)
N’ho abbastanza…
(a Sergio)
Da bere…

SERGIO
(indicando la pendola)
Non è tardi?

DESIRÉ
Nessun timore… Il Conte
rincaserà col sole… È l’ultima sua notte
di libertà… Fra poco prende moglie…

GLI ALTRI
(stupiti)
Di già?

DESIRÉ
(con intenzione)
Perché no? Sua Eccellenza la bella principessa
Fedora Romazov, quella vedova… ha fretta…

GLI ALTRI
(circondandolo)
Ricca?

DESIRÉ
(con sussiego)
Passabilmente… quattordici milioni…

TUTTI
(togliendosi il berretto)
Salute!

DESIRÉ
(misterioso)
Ed era tempo!… Il Conte È un capo scarico…

DESIRÉ
Le donnine…

SERGIO
(rincarando)
Le carte…

NICOLA
(c. s.)
Le bottiglie…

DESIRÉ
(c. s.)
I cavalli…

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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