Gianni da Calais

Melodramma semiserio.

Libretto di Domenico Gilardoni.
Musica di Gaetano Donizetti.

Prima esecuzione: 2 agosto 1828, Napoli, Teatro del Fondo.

Personaggi:

Il RE padre di basso
METILDE sposa di soprano
GIANNI da Calais, armatore tenore
RUSTANO capo de’ marinai di Gianni baritono
ROGIERO grande del regno tenore
ADELINA duchessa, ed amica di Metilde soprano
GUIDO pilota di costa basso
CORRADO confidente di Rogiero tenore
ARRIGO paggio della duchessa contralto
Un UFFIZIALE tenore
ERMANNO piccolo figlio di Gianni altro

Coro di Scudieri, di Marinai, di Popolo, di Damigelle.

L’azione si finge nella Seelanda.

Libretto – Gianni da Calais

Atto primo

Scena prima
Porto di Seelanda. Da un lato la torre del faro, e la casa di Guido. Dall’altro la locanda del «Vascello ammiraglio».
Corrado, Scudieri, Guido ed Arrigo.
(condotto da un soldato)

CORRADO
Dove? Intesi. T’allontana.
(volgendosi agli scudieri)
V’inoltrate. Alcun non v’ha.

CORO
Dunque?

CORRADO
L’ospite novella,
che scoprì la sentinella,
Guido accolse.

CORO
L’uom del faro?

CORRADO
Certo.

CORO
E occulto ancor si sta?

CORRADO
Convien dir che il contrabbando
in faccenda lo terrà.

CORO
Lo chiamiam?

CORRADO
Ma in tuon sommesso.

ALCUNI
Guido?

ALTRI
Guido?

CORRADO
Non risponde.

CORO
Su, picchiam.

CORRADO
Zitto. L’ingresso
disserrarsi ascolto già.
Qui riuniti e inosservati,
scorgerem chi mai verrà.

GUIDO
(Una donna mascherata…
d’un fanciullo in compagnia…
cerca asilo in casa mia…
Chi diavolo sarà?…)

CORRADO E CORO
Parla, presto, e sotto voce,
chi albergasti?

GUIDO
E chi lo sa.

CORRADO E CORO
Dispiegato un tanto arcano
vuol Rogiero.

GUIDO
Adesso.

CORRADO E CORO
Svela.
Presto. Tutto…

GUIDO
Eh! piano, piano:
date tempo per pietà.
Nel più fitto della notte
m’er alquanto addormentato;
paf! un colpo all’uscio dato,
fa balzarmi e correr fuora.
Apro gli occhi, e veggo allora,
col favor d’un lumicino,
un vezzoso fanciullino,
che, gettandosi al mio piede,
un ricovero mi chiede
per la madre che frattanto
si chiudeva in un gran manto.
Meco a entrambi a dar ricetto
gl’introduco nel mio tetto,
ma nel dire «Voi chi siete?»
nella mano più monete
quell’incognita mi pose,
nel suo velo più si ascose,
e con gesto circospetto
di parlare allor negò.
Un biglietto poi mi diede;
v’era scritto «Ad Adelina»,
di mandarglielo accennò.
E nel dubbio mi lasciò.

CORRADO E CORO
Vieni al prence, e tu gliel narra.

GUIDO
Vengo.

ARRIGO
Guido? Non fuggirmi.
Dimmi. Teco?…

GUIDO
Sissignore.
V’è una madre, un fanciullino,
che nel fitto della no…

ARRIGO
Basta. Più saper non vo’.

Insieme

GUIDO
Paggi, araldi, messaggieri…
Prima guardie, poi scudieri…
Chi dimanda, chi m’afferra…
Io non so più ragionar.

CORRADO E CORO
Tosto segui i nostri passi;
vieni, e più non indugiar.

ARRIGO
Questa nuova tutt’arcana
non s’indugi ad apportar.

Scena seconda
Metilde uscendo dalla casa di Guido. Quindi Rogiero, Corrado, Scudieri, Adelina, Arrigo, Damigelle e Guido.

METILDE
Udir qui parve un mormorar di gente…
Ma no… m’illuse l’agitata mente.
Seconda, o ciel pietoso,
un’opra tanto ardita,

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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