Giustino
Melodramma
Libretto di Nicolò Beregan
Musica di Giovanni Legrenzi
Prima esecuzione: 12 febbraio 1683, Venezia, Teatro San Salvatore.
Interlocutori:
ANASTASIO imperatore sposo di Arianna | soprano |
ARIANNA imperatrice sposa d’Anastasio | soprano |
GIUSTINO bifolco poscia coronato imperatore | soprano |
EUFEMIA suora dell’imperatore Anastasio amante di Giustino | soprano |
VITALIANO tiranno dell’Asia minore amante d’Arianna | contralto |
ANDRONICO fratello di Vitaliano amante d’Eufemia | soprano |
AMANZIO generale dell’imperatore Anastasio | tenore |
POLIMANTE capitano di Vitaliano | basso |
ERASTO capitano, e confidente d’Amanzio | basso |
BRILLO servo d’Eufemia | basso |
OMBRA di Vitaliano seniore, padre di Vitaliano, di Giustino, e di Andronico | basso |
Personaggi in macchina | |
ATLANTE | basso |
IMENEO | altro |
FORTUNA | soprano |
ALLEGREZZA | soprano |
GLORIA | soprano |
ETERNITÀ | contralto |
Serenissima altezza
Nella reggia Farnese mai non giunsero forestiere le muse; quando sotto l’ombra degl’allori de’ Ranucci degl’Odoardi, e degl’Alessandri si ricoverarono in ogni secolo i cigni più famosi d’Europa. L’eroiche gesta d’un cesare non doveano dedicarsi ch’ad un eroe al lampo della cui spada vide il lusitano più che per l’oro impallidirsi ‘l patrio Tago per lo timore; le di cui ammirabili azioni lo fecero più volte conoscere, e ne’ gabinetti per un Mercurio all’ingegno, e ne’ campi di guerra per un Marte al valore. Felicissima perciò devesi chiamare questa serenissima, e sempre augusta repubblica, mentre assistita dal brando di v. a. può dirsi con verità di sedere appoggiata a più d’un leone.
Consacro per tanto all’a. v. questo parto di nobilissima penna i di cui voli per le molte sue composizioni, e dell’ANNIBALE, e del TITO, del GENSERICO, dell’ERACLIO, e dell’OTTAVIANO già son noti alla fama. Offro il presente melodramma all’a. v. s. che porta al par del nome la magnanimità d’ALESSANDRO, che se quello per pochi versi donò a Cherillo una città in guiderdone, onorato io della protezione di v. a. s. potrò vantarmi d’aver ottenuto un mondo di grazie: e qui mi rassegno
di v. a. sereniss.
umiliss. devotiss. obbligatiss. serv.
Francesco Nicolini
Argomento
Estinto l’imperatore Zenone fu dall’imperatrice Arianna vedova destinato alle sue nozze Anastasio, ed innalzato al trono de’ cesari. A tal nuova ribellatosi Vitaliano, sollevata l’Asia minore, e rotti i romani eserciti, s’approssimò trionfante a Costantinopoli.
Volle il cielo, che il traballante impero per la destra d’un bifolco ritrovasse la sicurezza, poiché Giustino lasciato l’aratro, colse ne campi di Marte palme s’illustri, che meritò d’esser coronato d’augusto alloro nel soglio. Sopra questa celebre istoria si è formata la protesi, l’epitesi, e la catastrofe del MELODRAMMA presente, che tra sceniche peripezie viene intitolato il GIUSTINO.
Lo stampatore a chi legge
Il compositore del presente melodramma ha scritto per genii nobili aborrendo far comparire le muse, che sono vergini mascherate da taidi, e da frini sovra i teatri, contro il decoro dovuto ad una azione inventata da saggi, per freno de’ vizi, e per eccitamento alla virtù, vivi felice.
Scene, macchine e apparenze
– Scene dell’atto primo
Piazza imperiale con macchine per l’incoronazione dell’imperatore Anastasio con Arianna.
Campagna con viti, e alberi che si tramuta in un tesoro.
Tesoro.
Appartamenti d’Eufemia.
– Scene dell’atto secondo
Scogli dirupati con capanna sopra il mare agitato da venti.
Giardino con fontane.
Campo di guerra.
– Scene dell’atto terzo
Deliziosa con torre.
Monte, che si spezza da un fulmine, ove comparisce vasta caverna illuminata da faci sepolcrali con tomba di Vitaliano seniore.
Stanze imperiali.
Anfiteatro col tempio dell’Eternità.
– Macchine ed apparenze dell’atto primo
Atlante, che passeggia la scena col mondo sul dorso che spezzato si trasforma nella reggia di Venere.
Reggia di Venere corteggiata dalle Grazie, e dagl’Amori, e da molte Deitadi
Imeneo, che viene portato a volo da due amorini.
Il Sole che nasce.
Aratro tirato da bovi che si spezza.
La Fortuna sopra la ruota, che gira.
Mostro Selvaggio che vien sbranato.
Elefante carico di genti da guerra.
Carro dell’allegrezza che guida il ballo.
– Dell’atto secondo
Mare tempestoso con armata navale che scorre naufragio.
Nave reale che combattuta dall’onde si rompe ad uno scoglio.
Dragone marino ch’esce dal mare, e combatte.
Torre dalla sommità della quale precipitano due prigionieri.
Carro falcato tirato da cavalli carico di guerrieri, che si travolge.
– Dell’atto terzo
Ombra ch’esce da un sepolcro.
Il tempio dell’Eternità con la Gloria.
Libretto – Giustino
Atto primo
Scena prima
Piazza imperiale con macchine per l’incoronazione, e sponsali dell’imperatore Anastasio, e imperatrice Arianna, la quale sopra maestoso trono dona il diadema imperiale ad Anastasio.
Anastasio, Arianna, coro de’ Principi, Capitani, e Guardie.
ARIANNA
O sol che non mai stanco
sull’infiammato carro
i secoli giranti a noi ritorni.
Gran monarca degl’astri, e re de’ giorni,
spargi di miglior luce il crin, ch’è d’oro:
splenda per man dell’alba, oltre l’usato
ricomposta con ordine più vago
de’ tuoi corsier la sfavillante chioma,
or, che di sacro allor l’augusta fronte
cinge a’ cesari suoi la nova Roma.
Il diadema, ch’al crin ti stringo
più che serto è un dono d’amor,
io d’allori le tempie ti cingo,
tu fra lacci annodi il mio cor.
Il diadema, ch’al crin ti stringo
più che serto è un dono d’amor.
ANASTASIO
Da questa man, ch’al mio destin dà legge
prendo dell’orbe il freno
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