I due Foscari
Tragedia lirica in tre atti
Musica di Giuseppe Verdi
Libretto di Francesco Maria Piave
Fonti letterarie: The Two Foscari di Lord Byron (1821) .
Prima rappresentazione: 3 novembre 1844, Teatro Argentina di Roma.
Personaggi
Francesco Foscari, Doge di Venezia, Basso
Jacopo Foscari, suo figlio, Tenore
Lucrezia Contarini, di lui moglie, Soprano
Jacopo Loredano, membro del Consiglio dei Dieci, Basso
Barbarigo, senatore, membro della Giunta, Tenore
Pisana, amica e confidente di Lucrezia, Soprano
Fante del Consiglio dei Dieci, Tenore
Servo del Doge, Basso
Membri del Consiglio dei Dieci e Giunta, Ancelle di Lucrezia, Dame veneziane, Popolo e Maschere d’ambo i sessi.
Il Messer Grande, due figlioletti di Jacopo Foscari, Comandadori, Carcerieri, Gondolieri, Marinai, Popolo, Maschere, Paggi del Doge.
La scena è in Venezia, l’epoca il 1457.
Libretto – I due Foscari
ATTO PRIMO
SCENA I
Una sala nel palazzo Ducale di Veneizia. Di fronte veroni gotici, da’ quali scorge parte della cità e della laguna a chiaro di luna. A destra due porte, una che mette negli appartamenti del Doge, l’altra all’ingresso comune; a sinistra altre due porte che guidano all’aula del Consigilio dei Dieci, ed alle torce di cera, sostenute da bracci di legno sporgenti dalle pareti.
Il Consigilio dei Dieci a Giunta vanno raccogliendosi.
CORO 1:
Silenzio . . .
CORO 2:
Mistero . . .
CORO 1
Qui regnino intorno.
CORO 2:
Qui veglia costante, la notte ed il giorno
sul veneto fato di Marco il Leon.
TUTTI:
Silenzio, mistero – Venezia fanciulla
nel sen di quest’onde – protessero in culla,
e il fremer del vento – fu prima canzon.
Silenzio, mistero – la crebber possente
de’ mari signora – temuta, prudente
per forza e sapere,- per gloria e valor.
Silenzio, mistero – la serbino eterna,
sien l’anima prima – di chi la governa . . .
Ispirin per essa – timore ed ardor.
(Barbarigo e Loredano, che entrano dalla comune)
BARBARIGO:
Siam tutti raccolti?
CORO:
Il numero è pieno.
LOREDANO:
E il Doge? . . .
CORO:
Tra i primi – qui giunse sereno:
De’ Dieci nell’aula – poi tacito entrò.
TUTTI:
Or vadasi adunque, – giustizia ne attende,
giustizia che eguali – qui tutti ne rende,
giustizia che spendido – qui seggio posò.
Silenzio, giustizia, – silenzio, mister!
(Entrano nell’aula del Consigilio)
(Jacopo Foscari viene dal carcere preceduto dal Fante, fra i Comandadori)
FANTE:
Qui ti rimani alquanto
finché il Consiglio te di nuovo appelli.
JACOPO:
Ah sì, ch’io senta ancora, ch’io respiri
aura non mista a gemiti e sospiri.
(Il Fante entra in Consigilio)
Brezza del suol natìo,
il volto a baciar voli all’innocente! . . .
(appressandosi al verone )
Ecco la mia Venezia! . . . ecco il suo mare! . . .
Regina dell’onde, io ti saluto! . . .
Sebben meco crudele,
io ti son pur de’figli il più fedele.
Dal più remoto esilio,
sull’ali del desìo,
a te sovente rapido
volava il pensier mio;
come adorata vergine
te vagheggiando il core,
l’esillo ed il dolore
quasi sparian per me.
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