Il diluvio universale

Azione tragico-sacra in tre atti

Libretto di Domenico Gilardoni
Musica di Gaetano Donizetti

Fonti letterarie: Il diluvio (1788) di Francesco Ringhieri.
Prima rappresentazione: 28 febbraio 1830, Teatro San Carlo, Napoli.

Personaggi:
NOÈ, basso
JAFET, baritono
SEM, tenore
CAM, basso
TESBITE, moglie di Jafet, soprano
ASFENE, moglie di Sem, soprano
ABRA, moglie di Cam, mezzosoprano
CADMO, capo de’ Satrapi di Sennààr, marito di Sela, tenore
SELA, madre di Azael, soprano
ADA, confidente di Sela, mezzosoprano
ARTOO, capo de’ Bracmani dell’Atlantide, tenore
AZAEL, fanciullo, fanciullo-mimo

CORO di Satrapi di Sennààr
mogli di costoro

Sacerdoti d’Europa
Cofti d’Africa
Bracmani d’Atlantide
Seguaci di Cadmo
Popolo di Sennààr

Libretto – Il diluvio universale

ATTO PRIMO

Vasta pianura. In distanza si vede la maestosa città di Sennáár.
Si scorge altresì porzione dell’arca.

Scena prima

Noè prostrato co’ figli Jafet Sem, Cam, e le mogli di costoro,
Tesbite, Asfene, ed Abra, intuona la seguente preghiera:

NOÈ, JAFET, SEM, CAM, TESBITE, ASFENE e ABRA
Oh, Dio di pietà,
de l’uom che sarà!
Perdona l’error,
che ingombra il suo cor!
Non far che sommerso
veggiam l’universo;
non l’orbe in un mar
sepolto crollar!
Deh, parli tua voce
all’empio profano,
che stolto e feroce,
che ardito ed insano,
insulta al potere,
che regge le sfere,
e privo di lume,
sconosce, l’ingrato,
cui desti col fiato
l’immago di te,
la destra che il fe’!
Oh, Dio di pietà,
de l’uom che sarà!

JAFET
(a Noè vedendo venir Sela)
Di Cadmo la consorte,
vedi, ver noi s’avanza.

TESBITE
Sul volto suo traspare
spirto inquieto, agitato!…

NOÈ
Trema! Sospira! Di pallor si covre!…
(avvicinandosi a Sela)

Scena seconda
Sela, che s’inoltra smarrita, e timida e detti.

NOÈ
Sela?… Tu piangi!… Ah, dimmi:
qual ria cagione a lagrimar ti sforza?…
Non mai così smarrita
venisti ad adorar l’Onnipossente!

SELA
(nella massima desolazione)
M’abborre! … Mi detesta!…
Tutto mi toglie!… Il pianto sol mi resta!…

NOÈ
Forse, Cadmo…

SELA
Egli stesso! …

NOÈ
Nuove colpe immaginò?…

SELA
Deh, ch’io taccia un tanto eccesso!
Il mio cor gli perdonò.

NOÈ
L’affidarmi le tue pene
di sollievo a te sarà.

SELA
M’odi: e di’ che questa speme
meco in tomba scenderà!…
Mentre il core abbandonava
a’ desiri più nefandi,
e preghiera io sola alzava
al supremo autor del mondo,
lascia gl’idoli esecrandi;
mi sorprende furibondo…
Il bambin ch’io stringo al petto,
ci mi strappa, ed al cospetto
de la turba iniqua e rea
a me dice: ov’è il tuo Dio?…
Io l’offendo, lo derido;
a punirmi ognor lo sfido,
ned ancor m’incenerisce,
l’universo fa crollar?…
Ahi, che il core abbrividisce;
sento il sangue in me gelar!

NOÈ
Empia stirpe di Caino, quando cessi dal peccar!

GLI ALTRI
Il flagello è ormai vicino,
né si cessa dal peccar!

SELA
Ma qual raggio qui divino
splende, e il duolo fa scemar!…
Perché nell’alma
in questo loco,
provo una calma,
m’accende un foco,
che il core in estasi
sento rapir?…
Qui spira un’aura,
che m’innamora;
celeste sembrami
questa dimora;
parmi fra gli angeli
goder, gioir!

TUTTI
In fra le tenebre

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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