Il filosofo di campagna

Dramma giocoso per musica.

Libretto di Carlo Goldoni.
Musica di Baldassarre Galuppi.

Prima esecuzione: 26 ottobre 1754, Venezia, Teatro San Samuele.
Video dell’opera

Personaggi:

Parti serie
EUGENIA figlia nubile di don Tritemio soprano
RINALDO gentiluomo amante d’Eugenia soprano
Parti buffe
NARDO ricco contadino detto il Filosofo tenore
LESBINA cameriera in casa di don Tritemio soprano
Don TRITEMIO cittadino abitante in villa basso
LENA nipote di Nardo soprano
CAPOCCHIO notaro della villa tenore

Libretto – Il filosofo di campagna

Atto primo

Scena prima
Giardino in casa di don Tritemio.
Eugenia con un ramo di gelsomini, Lesbina con una rosa in mano.

EUGENIA
Candidetto gelsomino,
che sei vago in sul mattino,
perderai, vicino a sera,
la primiera ~ tua beltà.

LESBINA
Vaga rosa, onor de’ fiori,
fresca piaci ed innamori,
ma vicino è il tuo flagello,
e il tuo bello ~ sparirà.

EUGENIA E LESBINA
Tal di donna la bellezza
più ch’è fresca, più s’apprezza;
s’abbandona allorché perde
il bel verde ~ dell’età.

EUGENIA
Basta, basta, non più.
Ché codesta canzon, Lesbina mia,
troppo mi desta in sen malinconia.

LESBINA
Anzi cantarla spesso,
padrona, io vi consiglio,
per sfuggir della rosa il rio periglio.

EUGENIA
Ah! che sotto d’un padre
asprissimo e severo,
far buon uso non spero
di questa età che della donna è il fiore.
Troppo, troppo nemico ho il genitore.

LESBINA
Pur delle vostre nozze
lo intesi ragionar.

EUGENIA
Nozze infelici
sarebbero al cuor mio le divisate
dall’avarizia sua. Dell’uomo vile,
che Nardo ha nome, ei mi vorria consorte.
L’aborrisco, e mi scelgo anzi la morte.

LESBINA
Non così parlereste
s’ei proponesse al vostro cor Rinaldo.

EUGENIA
Lesbina… ohimè!

LESBINA
V’ho fatto venir caldo?
Vi compatisco; un cavalier gentile,
in tutto a voi simìle
nell’età, nel costume e nell’amore,
far potrebbe felice il vostro cuore…

EUGENIA
Ma il genitor mi nega…

LESBINA
Si supplica, si prega,
si sospira, si piange, e se non basta,
si fa un po’ la sdegnosa, e si contrasta.

EUGENIA
Ah, mi manca il coraggio.

LESBINA
Io vi offerisco
quel che so, quel che posso. È ver che sono
in una età da non prometter molto;
ma posso, se m’impegno,
far valere per voi l’arte e l’ingegno.

EUGENIA
Cara, di te mi fido. Amor, pietade
per la padrona tua serba nel seno;
se non felice appieno,
almen fa ch’io non sia sì sventurata.

LESBINA
Meglio sola che male accompagnata!
Così volete dir; sì, sì, v’intendo.

EUGENIA
Dunque da te qualche soccorso attendo.
Se perde il caro lido,
sopporta il mar che freme:
lo scoglio è quel che teme
il misero nocchier.
Lontan dal caro bene,
soffro costante e peno,
ma questo cuore almeno
rimanga in mio poter.
(parte)

Scena seconda
Lesbina, poi don Tritemio.

LESBINA
Povera padroncina!
Affé, la compatisco.
Quest’anch’io la capisco.
Insegna la prudenza:
se non si ha quel che piace, è meglio senza.

TRITEMIO
Che si fa, signorina?

LESBINA
Un po’ d’insalatina
raccogliere volea pe ‘l desinare.

TRITEMIO
Poco fa v’ho sentito a cantuzzare.

LESBINA
È ver, colla padrona
mi divertiva un poco.

TRITEMIO
E mi figuro
che cantate s’avranno
canzonette d’amor.

LESBINA
Oh, non signore.
Di questo o di quel fiore,
di questo o di quel frutto,
si cantavan le lodi.

TRITEMIO
Il crederò?

LESBINA
Le volete sentir?

TRITEMIO
Le sentirò.

LESBINA
(Qualche strofetta canterò a proposito…)

TRITEMIO
(Oh ragazza!… farei uno sproposito.)

LESBINA
Sentite, padron bello,
la canzonetta sopra il ravanello.
Quando son giovine,
son fresco e bello,
son tenerello,
di buon sapor.
Ma quando invecchio,
gettato sono;
non son più buono
col pizzicor.

TRITEMIO
Scaccia questa canzon dalla memoria.

LESBINA
Una ne vuò cantar sulla cicoria.
Son fresca e son bella
cicoria novella.
Mangiatemi presto,
coglietemi su.
Se resto nel prato,
radicchio invecchiato,
nessuno si degna
raccogliermi più.

TRITEMIO
Senti, ragazza mia,
questa canzone ha un poco d’allegria,
tu sei, Lesbina bella,
cicorietta novella;
prima che ad invecchiar ti veda il fato,
esser colta dovresti in mezzo al prato.

LESBINA
Per me v’è tempo ancora,
dovreste alla signora
pensar, caro padrone.
Or ch’è buona stagione,
or ch’è un frutto maturo e saporito,
non la fate invecchiar senza marito.

TRITEMIO
A lei ho già pensato;
sposo le ho destinato, e avrallo presto.

LESBINA
Posso saper chi sia?

TRITEMIO
Nardo è cotesto.

LESBINA
Di quella tenerina
erbetta cittadina
la bocca d’un villan non mi par degna.

TRITEMIO

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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