L’ultimo giorno di Pompei

Dramma per musica

Libretto di Andrea Leone Tottola
Musica di Giovanni Pacini

Prima esecuzione: 19 novembre 1825, Napoli, Teatro San Carlo.

Personaggi:

SALLUSTIO eletto alla prima magistratura basso
OTTAVIA consorte di Sallustio soprano
MENENIO figlio di Sallustio e Ottavia soprano
APPIO Diomede, tribuno tenore
PUBBLIO custode delle pubbliche terme tenore
Il GRAN SACERDOTE del tempio di Giove basso
CLODIO giovanetto, figlio di Pubblio soprano
FAUSTO liberto di Sallustio tenore

Vestali. Sacerdoti di Giove. Auguri. Magistrati. Seniori. Patrizi. Popolo. Matrone. Donzelle. Ancelle di Ottavia. Clienti, Liberti, Servi di Sallustio. Soldati, Littori. Custodi del portico del gran teatro. Danzatori.

L’azione è in Pompei.
Scene dal dramma

NELL’ATTO PRIMO
1. Atrio della casa di Sallustio.
2. Ingresso a’ Pompei dalla parte della strada de’ sepolcri.
3. Foro di Pompei.
4. Portico del teatro grande.

NELL’ATTO SECONDO
5. Basilica.
6. Giardino della casa di Diomede presso alle mura.
7. Sotterraneo destinato al supplizio dei rei; dal cui portico si vede la strada de’ sepolcri.
8. Vesuvio.
L’interno della casa di Sallustio non è quello della casa conosciuta propriamente sotto questo nome; ma di altra più adattata a far conoscere il carattere dì quelle case dì Pompei, che non hanno l’atrio Toscano, e sono più grandiose, e più idonee alla località del teatro.
Il foro, e la basilica sono state in parte modificate per la necessità di ristringere l’azione, e la rappresentanza degli oggetti nello spazio che può dare il teatro. In queste due scene si dimostra lo stato di restauro, in cui trovavansi gli edifici pubblici di Pompei al tempo della eruzione, a cagione del terremoto, che li aveva scossi, e rovinati pochi anni prima.

Libretto – L’ultimo giorno di Pompei

Atto primo

Scena prima
Atrio della casa di Sallustio. Sorge il giorno.
Voci festive di lontano. Vengono Sallustio, e Menenio nel tablino; indi Pubblio seguìto da’ Clienti, e Liberti di Sallustio; infine Appio alla testa de’ Magistrati, Seniori, e Patrizi.

VOCI
(lontane)
Viva Sallustio!

MENENIO
Ah! padre…
vieni, ed ascolta…

SALLUSTIO
Oh giorno
per me beato!

VOCI
(più vicine)
Evviva!

MENENIO
Per te Pompei giuliva
festeggia il nuovo albor.

SALLUSTIO
Voi mi rendete o dèi
degno di tal favor!
E siano i voti miei
sacri al dovere ognor!
Entra Pubblio co’ Clienti, e Liberti.

CORO
Del nobile serto
a cinger le chiome,
che dona al tuo merto
la grata Pompei,
ti affretta! tu sei
del pubblico voto
la speme, e l’amor.

PUBBLIO
Il fren delle leggi
già Temi ti affida.
Tu accresci, tu reggi
l’avito splendor.

CORO
Al tempo contrasti
la fama il tuo grido:
ogni antro, ogni lido
risuoni a tuo onor.
(s’inoltra Appio col séguito indicato)

APPIO
Teco a goder la gioia,
che brilla in ogni petto,
mi guida il dolce affetto
di tenera amistà.

SALLUSTIO
Del vostro amore oggetto
se fausto il ciel mi rende,
quest’alma appien comprende
la sua felicità.

APPIO E PUBBLIO
Più la saggezza splende,
se guida è all’umiltà.

MENENIO E CORO
Da te ciascuno attende
pace, serenità.

APPIO
(O fiamma vorace
tu il seno m’inondi!
Ah! gl’impeti ascondi
mio povero cor!)

SALLUSTIO
Di gloria il desìo
nell’anima è impresso,
e già di me stesso
mi rende maggior.

PUBBLIO
O giorni beati!
Se in uom così degno
ci dona un sostegno
de’ numi il favor!

TUTTI
(col Coro)
S’innalzino all’etra
le voci di evviva!
In candida pietra
s’incida, si scriva
di giorno sì lieto
l’augusto fulgor!

APPIO
Vieni, Sallustio: omai Pompei ti elegge
primier tra’ magistrati: illustre pompa
là nel foro prepara,
e a festeggiarti ognun si affretta a gara.

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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