Motezuma

Dramma per musica

Libretto di Girolamo Alvise (Luigi) Giusti
Musica di Antonio Lucio Vivaldi

Prima esecuzione: 14 novembre 1733, Venezia, Teatro Sant’Angelo
Video dell’opera

Personaggi:

MOTEZUMA imperator del Messico basso
MITRENA sua moglie soprano
TEUTILE loro figlia soprano
FERNANDO generale dell’armi spagnole soprano
RAMIRO suo fratello minore contralto
ASPRANO generale dei messicani soprano

Soldati spagnoli. Soldati messicani.

Libretto – Motezuma

Argomento
È famosa l’istoria della conquista del Messico sotto la condotta del valorosissimo Fernando Cortes in cui diede mirabili contrassegni di prudenza, e valore. Ne scrisse con minor sospetto di tutti gl’autori la famosa penna del De Solis, e quantunque giudicato il più interessato nelle glorie di quest’eroe, nulladimeno io lo giudico il più sincero. Molte furono le azioni generose, ed invitte di questo duce per arrivare al sospirato confine; ma per ridurmi quant’è possibile alla brevità dell’azione, io mi raccolgo nel tempo, che da Motezuma imperator del Messico fu il Cortes con il suo seguito ricevuto nella capitale. Suppongo l’amistà benché simulata, che fra quelle due nazioni correva, i pretesti per li quali fu interrotta la pace, e rappresento nel presente dramma le calamità dell’ultimo giorno in cui restò quel gran principe soggiogato, e vinta la monarchia. Tutto ciò, che di vero abbandono, e che di verisimile aggiungo è per adattarmi alla scena, e perché meno imperfetto, che sia possibile comparisca il presente dramma intitolato MOTEZUMA.
Le voci, fato, numi, destino, ed altre sono termini poetici, che nulla offendono la religion dell’autore, ch’è cattolico.

Atto primo

Scena prima
Parte della laguna del Messico, che divide il palazzo imperiale dal quartiere spagnolo, con ponte magnifico da cui restano uniti li due piani.
Si vedono le reliquie d’una battaglia seguita.
Motezuma con spada alla mano, poi Mitrena.

MOTEZUMA
Son vinto eterni dèi! Tutto in un giorno
lo splendor de’ miei fasti, e l’alta gloria
del valor messican cade svenata.
Anche la prova usata
degl’incanti è delusa, e par ch’il cielo
rivolto il guardo suo, più non rimiri
le angustie mie, gl’universal sospiri.
Sposa… figlia… grandezze…
sudditi… amici… un dardo
vibrate nel mio sen; ma, solo, invano
fra le stragi comun, fra tanti guai
cerco inutil riparo.

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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