Orazi e Curiazi
Tragedia lirica
Libretto di Salvadore Cammarano
Musica di Saverio Mercadante
Prima esecuzione: 10 novembre 1846, Napoli, Teatro San Carlo.
Personaggi:
Il VECCHIO ORAZIO cavaliere romano | basso |
ORAZIO suo figlio | baritono |
CAMILLA sua sorella | soprano |
SABINA moglie di Orazio | mezzosoprano |
CURIAZIO suo fratello guerriero albano | tenore |
Il GRAN SACERDOTE | tenore |
Due fratelli di Orazio (Bassi). Due fratelli di Curiazio (Tenori). Congiunti degli Orazi. Sacerdoti, Guerrieri, Senatori, Popolo di Roma. Un Messo e Guerrieri d’Alba.
L’avvenimento ha luogo in Roma, e fuori le sue mura, declinando il primo secolo della sua fondazione.
Libretto – Orazi e Curiazi
Atto primo
Alba e Roma.
Scena prima
Parte di Roma in vicinanza delle mura: nel prospetto il tempio di Giano aperto.
Veggonsi i Sacerdoti, presso le are interne, offrire gli olocausti, ed una schiera di Matrone e Donzelle, fra cui Sabina e Camilla, prostrate sui gradini del tempio, ed alzando le mani al cielo. Rimbombano prolungati squilli di trombe, annunziatori di battaglie.
DONNE
(sorgendo con entusiasmo)
La spada formidabile
impugna or tu Quirino.
Della città romulea
tu veglia il gran destino:
sperdi l’albano esercito,
vinci per noi la guerra.
L’impero della terra
il ciel ne presagì:
parte di tanto oracolo
si compia in questo dì.
(a Sabina, rimasta seco in un canto, ed entrambe immerse in cupo silenzio)
CAMILLA
Come sul labbro mio gli accenti agghiaccia
sul tuo labbro il terrore!
SABINA
Tu nascesti romana, io tal divenni:
eppur non lice a noi
pregar con esse! Fra le schiere d’Alba
pugnano i miei fratelli!…
CAMILLA
E fra le schiere
i miei pugnan di Roma!…
SABINA
E quinci il mio consorte!…
CAMILLA
Ed è quindi il mio ben! Strazio di morte!
Qual prece o voto formar potremo?
A chi fra numi l’innalzeremo,
se a noi qual perdita cruda, mortale
può la vittoria esser fatale?
A quel fra’ numi il cor volgiamo,
che più somigli alla pietà.
E quanto chiedergli nemmen sappiamo,
esso concedere a noi saprà.
(qualche momento di pausa)
Ah! Che al pensiero i dì richiamo,
quando Curiazio mi disse: «Io t’amo!»
Quando il suo labbro fé mi giurava,
e più del labbro il cor parlava!
Oh cari giorni avventurati!…
Oh dolce e caste gioie d’amor!…
Ah! rammentarsi tempi beati
rende l’affanno più crudo ancor!
DONNE
Dopo il fragor terribile
delle guerriere trombe
lungo regnò silenzio,
qual regna fra le tombe.
CAMILLA
È ver… Non s’ode l’aura
fremer di grida e d’armi!
DONNE
Che fia?
SABINA
Tacete… Un murmure
da lunge intender parmi!
CAMILLA
Ben dici!
DONNE
E più s’approssima…
SABINA
Io palpito!…
CAMILLA
Chi viene?
DONNE
Di senatori e popolo
rapida schiera.
Scena seconda
Senatori, Popolo, e detti.
CAMILLA
Ebben?
SENATORI
Non combattean gli eserciti…
A tre guerrieri albani
Mezio s’affida, Ostilio
s’affida a tre romani:
essi la pugna compiere
or denno.
(partono frettolosi)
SABINA
Intendi?…
CAMILLA
Ah! Sì…
SABINA E CAMILLA
Fratelli!
CAMILLA
O mio Curiazio!…
SABINA
O sposo!…
CAMILLA
Il ciel ne udì!…
(gettandosi nella braccia di Sabina, e prorompendo in dolcissime lacrime)
Di quai soavi palpiti
balzar mi sento il core!…
Piango, ma son le lagrime
conforto, e non dolore!…
Quanto mi sta d’intorno
l’aura, la terra, il giorno,
tutto è sorriso all’anima
di giubilo e d’amor!
CORO
Eterna è Roma; il fato
in ciel ne fu segnato:
ad essa i numi apprestano
il trionfale onor.
Scena terza
Curiazio, e detti.
CURIAZIO
Camilla?…
CAMILLA
Ciel!… Fia vero!…
Curiazio!…
SABINA
In Roma!…
CURIAZIO
Mi vi tragge, o donne,
la pace: ché l’evento
qual sia della tenzon, pace tra Roma
ed Alba si fermò: soggetto il vinto.
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