Poliuto

Tragedia lirica.

Libretto di Salvadore Cammarano, Adolphe Nourrit.
Musica di Gaetano Donizetti.

Prima esecuzione: 30 novembre 1848, Napoli, Teatro San Carlo.
Video dell’opera

Personaggi:

SEVERO proconsole baritono
FELICE governatore di Melitene basso
POLIUTO magistrato, e sposo di tenore
PAOLINA figlia del governatore soprano
CALLISTENE gran sacerdote di Giove basso
NEARCO capo dei cristiani d’Armenia tenore
Un CRISTIANO basso

Cristiani, Magistrati, Sacerdoti di Giove, Popolo armeno, Guerrieri romani.

L’avvenimento ha luogo in Melitene, città capitale d’Armenia, e nell’anno 257 di nostra salute.

Libretto – Poliuto

Avvertimento
Il soggetto di questo lavoro è storico, e Pietro Corneille ne trasse il suo Polyeucte: ma l’indole del dramma musicale troppo diversa da quella d’una tragedia, non mi permise di seguire che poche tracce dell’Eschilo francese. Pure, quanto il consentiva la scarsa latitudine a me conceduta, mi studiai che la morale vi si mostrasse in tutta la sua luce. Quindi a lato delle più sublimi virtù cristiane, dipinsi nel personaggio di Callistene, e come ombre del quadro, gli errori, e l’empietà del paganesimo. Se questa lirica tragedia (che io dettava prima dei Martiri di Scribe) verrà dall’universale aggiudicata nuda affatto d’ogni altro pregio, non le sarà contrastato, ne sono certo, il primo a cui mirar dovrebbe ciascun autore drammatico, lo scopo morale.
Salvadore Cammarano
N. B. Alcuni versi di questo melodramma, che parve condannato all’oblio, fecer mostra di sé in altri miei lavori: era ovvio sostituire ai menzionati altri versi, ma ciò poteva nuocere alla musica, ed è in rispetto di essa, e dell’insigne, quanto infelice amico che ne fu l’autore, se io lascio la poesia qual fu in origine, invocando all’uopo la pubblica indulgenza.

Il battesimo

[Sinfonia]

Scena prima
Tenebrose caverne: sull’alto un forame donde ha principio una scala intagliata nella rupe, per cui si discende: nel davanti l’ingresso ad uno speco, dal quale spargesi poca luce rossastra.
Molti gruppi di Cristiani: altri in capo alla scala, altri scendendo, altri nel piano.

[Preludio]

[Coro d’introduzione]

CORO
parte I
Scendiam…
II
Silenzio…
III
Silenzio…
IV
Immerso
tutto nel sonno è l’universo…
V
Da questo ignoto, profondo speco
a palesarci non sorga un’eco.

TUTTI
(dopo esser discesi)
Ancor ci asconda un velo arcano
all’empio ferro che ne minaccia.
Il giorno forse non è lontano
che fra martìri, al mondo in faccia,
per noi la prece, con labbro esangue,
al re de’ cieli s’innalzerà:
e più del labbro, il nostro sangue
del dio vivente favellerà.
(entrano silenziosi nello speco)

Scena seconda
Poliuto e Nearco.

[Scena e preghiera]
(Poliuto discende il primo, fa alcuni rapidi passi verso lo speco, quindi si arresta gettandosi nelle braccia di Nearco)

NEARCO
Tu sei commosso!

POLIUTO
È ver… Sul capo mio
l’onda che terge dall’antica macchia
fia sparsa in breve… Un sacro
terror m’investe!

NEARCO
Di terror che parli?
Quei che t’apre le braccia, ostia di pace
s’offerse, e pace ci piove
nell’alme in cui discende.

POLIUTO
Io n’ho ben d’uopo!
Da procellosi affetti
è sconvolta la mia.

NEARCO
Poliuto!…

POLIUTO
Velen di gelosia
mi rode il cor!…

NEARCO
Fia vero!…

POLIUTO
Dir la parola, intendere il pensiero
mal può di quanto amor la mia consorte
amava… ed amo… Di tristezza ingombra
talor la vidi, e tacito le guance
solcarle amaro pianto: a lei ne chiesi:
con labbro incerto mendicò ragioni,
che fur pretesti, ed a sospiri il varco
negò… ma tardi. Ahi! Quando
giace nel sonno, ed io co’ miei sospetti
veglio, gemer la sento, e tronchi detti
parlar d’amore!… A Callistene apersi
il mio pensier geloso, e d’un rivale
anch’ei sospetta.

NEARCO
Chi nomasti!… Ah! Taci.
Dubbio tremendo fomentar! Ministro
d’un culto iniquo; ben costui le parti
tutte ne adempie! ~ Di virtù severa
speglio è la tua consorte, e corpo all’ombra
tu dai. Calmati… cessa.
Il momento s’appressa,
il momento solenne!
A Dio ti volgi, e quel soccorso implora,
che invan giammai non fu richiesto.

POLIUTO
Io piego
la fronte nella polve… e gemo… e prego.
D’un’alma troppo fervida
tempra buon dio gli affetti…
tu che lo puoi, tu dissipa
gli orrendi miei sospetti…
Nel combattuto core
discenda il tuo favore,
né più lo scuota un palpito
che indegno sia di te.

NEARCO
Vieni, e ti guidi un angelo
del suo delubro a’ piè.
(entrano)

Scena terza
Paolina.

[Scena e cavatina]
Ove m’inoltro?… Qual tremendo speco!…
Ah! Vano il mio sospetto
non fu! Qui certo han loco
i sanguinosi altari,
e le vietate orribili adunanze
di lor, che dio si fero un uomo. Lo sposo
anch’egli dunque?… O morte
rapito m’hai l’amante, ora il consorte
bieca sogguardi!… Gente appressa!…
(si cela dietro un masso)

Scena quarta
Nearco, seguìto da un Drappello di cristiani e detta.

NEARCO
Udiste?
Fin che si compia il rito
cauti vegliate della rupe il varco.
In voi m’affido.

CRISTIANI
Non temer.
(escono)

PAOLINA
Nearco?
(avanzandosi)

NEARCO

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