Rinaldo
Opera in tre atti
Libretto di Giacomo Rossi, Aaron Hill
Musica di Georg Friedrich Händel
Prima esecuzione: 24 febbraio 1711, Londra, Queen’s Theatre.
Video dell’opera
Personaggi:
GOFFREDO capitano generale dell’armata cristiana | contralto |
ALMIRENA sua figlia, destinata sposa a Rinaldo | soprano |
RINALDO eroe del campo | contralto |
EUSTAZIO fratello di Goffredo | contralto |
ARGANTE re di Gerusalemme, amante d’Armida | basso |
ARMIDA incantatrice, regina di Damasco | soprano |
MAGO cristiano | contralto |
Libretto – Rinaldo
Atto primo
[Ouverture]
Scena prima
Città di Gerusalemme assediata, con porta in prospettiva, da cui escono soldati alla battaglia. Da un canto si vedono le tende dell’armata cristiana; ivi c’è un grandissimo padiglione con trono sopra di cui siede Goffredo circondato dalle Guardie, da Rinaldo, da Almirena, e da Eustazio.
Recitativo
GOFFREDO
Delle nostre fatiche
siam prossimi alla meta, o gran Rinaldo!
Là in quel campo di palme
omai solo ne resta
coglier l’estrema messe,
e già da’ lidi eoi
spunta più chiaro il sole,
per illustrar co’ rai d’eterna gloria
l’ultima di Sion nostra vittoria.
[N. 1 – Aria]
Sovra balze scoscesi e pungenti
il suo tempio la gloria sol ha.
Né fra gioie, piaceri e contenti
i bei voti ad apprender si va.
Recitativo
RINALDO
Signor, già dal tuo senno
e dal valor di questo braccio armato,
piange l’Asia rubelle
nell’estreme agonie l’ultimo fato;
onde al suono ammirando
del glorioso tuo nome
caderan quelle mura oppresse e dome.
Ciò, che solo mi resta, o prence invitto,
è cogli alti imenei
della bella Almirena
giunger a questo cor più lieta sorte;
ch’unita la virtù, sempre è più forte.
GOFFREDO
Chi non cura ‘l nemico,
i precipizi affretta, o forte eroe!
Sul sentier della gloria
tu non devi arrestar il piè nel corso;
vinta Sion, prendi da me la fede,
Almirena ti fia bella mercede.
ALMIRENA
Rinaldo, amato sposo, eh! ti sovvenga,
ch’ogni ritardo è inciampo
nella bella carriera
della gloria guerriera.
Va’, pugna ardito in campo,
sì, che Sion scuota quel giogo indegno;
che la face d’amore
spesso gela nel sen marziale ardore.
[N. 2 – Aria]
Combatti da forte, che fermo il mio sen
piacer ti prepara, contenti d’ognor.
Con face di gloria bell’iri seren’
adesso risplenda nell’alto tuo cor.
(parte)
Recitativo
EUSTAZIO
Questi saggi consigli
accogli nel tuo sen, prode guerriero!
RINALDO
Quanto possente sei, bendato arciero!
[N. 3 – Aria]
Ogni indugio d’un amante
è una pena acerba e ria.
Il timore sempre lo sferza,
la speranza seco scherza,
or lo prova l’alma mia.
(parte)
Scena seconda
S’ode suonar una tromba, che precede un Araldo spedito dalla città, e che viene accompagnato da due guardie sino alla presenza di Goffredo.
Recitativo
ARALDO
Signor, che delle stelle
emuli i pregi, a te salute invia
l’eccelso mio monarca; e da te chiede
in un libero varco
esporti i sensi suoi, con franca fede.
GOFFREDO
Venga il tuo re a suo grado,
ch’in di lui sicurtà l’onore impegno.
EUSTAZIO
Quivi lo spinge alta cagion di regno.
[N. 4 – Aria]
Sulla ruota di fortuna
va girando la speranza.
Ma se un cor virtute aduna,
gl’è sol base la costanza.
(parte)
Scena terza
Argante esce dalla città in un carro trionfale tirato da cavalli e seguìto da un gran numero di Guardie a piedi, e Gente a cavallo, e discendendo con un corteggio solenne s’accosta alla persona di Goffredo, che si muove per incontrarlo.
[N. 5 – Aria]
ARGANTE
Sibilar gli angui d’Aletto,
e latrar vorace Scilla,
parmi udir d’intorno a me.
Rio velen mi serpe in petto,
né ancor languida favilla
di timor, pena mi diè.
Recitativo
Goffredo, se t’arrise
sin qui fortuna, ella incostante sempre
può ben cangiar sue tempre;
e se saggio tu sei,
ascolta i detti miei.
Per ristorar in parte
i scambievoli oltraggi,
chiedo, che si sospenda
sol per tre giorni ‘l marzial furore;
tanto devi a tuo pro, tanto al mio onore.
GOFFREDO
Chi su base del giusto
appoggia l’alte imprese,
non teme della sorte i crudi eventi.
Tu con superbi accenti
grazie richiedi, e pur ti sian concesse,
che d’un’anima grande
leggerai con rossor’i pregi in esse.
[N. 6 – Aria]
No, no, che quest’alma
scontenti non dà,
con placida calma
giovare sol sa.
Ch’è grande il diletto
d’un nobile petto,
ch’a gloria se n’ va.
(va via con gli altri)
Scena quarta
Argante solo.
Recitativo
Infra dubbi di Marte
resta sospeso il cuore;
ma più vaneggia oppresso
ne’ pensieri d’Armida,
che amante in un, e mia compagna fida,
de’ marziali eventi
nelle ziffre del fato
corse a spiar gl’arcani,
per render de’ nemici i moti vani.
[N. 7 – Aria]
Vieni, o cara, a consolarmi
con un sguardo tuo seren!
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