Siberia

Musica: Umberto Giordano
Libretto: Luigi Illica

Prima rappresentazione: 19 dicembre 1903, Teatro alla Scala, Milano.

Personaggi:

STEPHANA

ALEXIS

GLEBY

VASSILI

NIKONA

COMISARIO

MISKINSKY

WALINOFF

Giovane libertina

L’amante di Stephana

Procuratore

L’amante di Stephana

Cameriera di Stephana

Comissario

Un banchiere

Giovane aristocratico

Soprano

Tenor

Barítono

Tenor

Mezzosoprano

Bajo

Barítono

Barítono

Ambientazione: Siberia, Russia, nella prima metà del secolo XIX

Libretto – Siberia

ATTO PRIMO

La donna

(A Pietroburgo nella prima metà del secolo XIX.
Nell’agosto all’alba della festa di S. Alessandro.
Nella “Rotonda” della elegante palazzina, regalata
dal principe Alexis Frouwor a Stephana «la Bella
Orientale», Nikona veglia inquieta aspettando la
sua padrona in compagnia di Ivan, uomo di
fiducia,maggiordomo, cameriere, etc. Già, fuori,
dalle chiese, le campane hanno preannunziato la
imminente alba della «Festa di Sant’Alessandro». I
traktir hanno preparata la gran gioia russa tenendo
cantina aperta tutta la notte! I soldati dei reggimenti
in partenza per  la Turchia hanno, ai melanconici
canti del mugiki, ingombranti sempre fedelmente tutti
i traktir della capitale prima, durante e dopo ogni
festa, uniti i gloriosi canti di guerra. Stephana «la
Bella Orientale» tarda più del consueto a rientrare,
e la notte tumultuosa non è tale da rassicurare
la povera e fedele  Nikona, che ad ogni momento
si leva dalla poltrona per spiarne fuori dalla
balconata il ritorno, finora sempre inutilmente. Ivan,
più filosofo, sonnecchia sulla sua sedia presso la gran
porta a vetri, il capo penzoloni e dondoloni sul petto.
Lontanissima fuori si perde colla notte, nella nuova
luce dell’alba, una canzone di mugiki)

MUGIKI
Godi dunque il suo sole, se c’è il sole;
godi la luna, se la luna c’è;
è vita anche la tua chè, se Dio vuole,
c’è ultima la morte anche per te.

IVAN
(di soprassalto)
La Barina?

NIKONA
(di nuovo dalla poltrona alla balconata)
No! Non ancora!

(e torna, disillusa, alla poltrona mormorando)

Quali imprudenze!…
Ah come sono in pena!…

IVAN
(sbadiglia, guarda, sorpreso, fuori)
Di già l’aurora!… Spegniamo!

(nell’atto di spegnere si arresta e ascolta)

Sulla rena dei passi…

NIKONA
Guarda!

IVAN
(alla balconata)
Nessuno!

(Va a spegnere. L’alba penetra rossa rossa, alba
agostana, nella Rotonda. Un suono di campanello
alla porta d’ingresso dello scalone)

NIKONA
(sorpresa)
In basso suonano!…

IVAN
(esce dalla porta di destra)
Vo!

NIKONA
Come tarda!…

(poi, presa da spavento, ascolta presso
alla porta di dove è uscito Ivan)

Forse Glèby?… Scommetto
che ha già qualche sospetto!

(ed inquieta va ad osservare. Quasi subito infatti
essa rientra agitata, in preda ad un vero terrore,
indecisa sul da farsi; ma le balena un’idea; corre,
entra nell’appartamento di Stephane e ne chiude
dietro a sé la porta. Entra il signor Glèby; fare
umile e servile; occhi mobilissimi e irrequieti; barba
intiera ma rada,  sorriso enigmatico, fra l’ironico
e il bonario. Appena entrato, Nikona esce
 dall’appartamento di Stephana in punta di piedi
facendo segno a Glèby di fare adagio e piano in
modo da non destare la signora)

GLÈBY
(a Ivan)
La Signora? Due parole…

(Ma vedendo Nikona, che fa cenno ad Ivan
che si allontana subito, si rivolge a lei)

Un affare!… In grande!… D’oro!…

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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